Scritto da Gianluca Curtolo
APPROFONDIMENTO SUGLI GLI ACIDI GRASSI ESSENZIALI
Sono stati riconosciuti come acidi grassi essenziali per l’incapacità del nostro organismo di sintetizzarli endogenamente.
Per questo motivo devono essere necessariamente introdotti esogenamente.
A questa classe di acidi grassi appartengono gli OMEGA-3 e gli OMEGA-6.
Entrambi possiedono più insaturazioni (da qui la definizione di acidi grassi polinsaturi).
Le insaturazioni sono date dalla presenza di doppi legami tra gli atomi di carbonio nel susseguirsi della catena.
Il riferimento numerico è stabilito in base alla posizione del primo doppio legame. Nel caso degli OMEGA-3, si trovano a partire dal terzo atomo di carbonio, mentre negli OMEGA-6, partono dal sesto.
Gli acidi grassi essenziali puri, sono l’acido eicosapantenoico (20 atomi di carbonio e 5 insaturazioni) docosaesanoico (22 atomi di carbonio e 6 insaturazioni) OMEGA-3, e l’acido arachidonico OMEGA-6 (20 atomi di carbonio e 4 insaturazioni).
Nel nostro corredo enzimatico, tuttavia, possediamo i desaturasi, che riescono ad operare la conversione di alcuni precursori in acidi grassi essenziali.
Dall’acido linolenico (18 atomi di carbonio e 3 insaturazioni), i desaturasi ricavano gli OMEGA-3, mentre dell’acido linoleico (18 atomi di carbonio e 2 insaturazioni) ricavano gli OMEGA-6.
Gli omega 3 possiedono un livello di insaturazione talmente elevato che permettono una trasmissibilità di membrana ottimale esaltandone l’esposizione ai trasportatori. In questo modo potenziano l’ingresso delle sostanze e il legame con il recettore corrispondente ad ognuna di esse.
INTERAZIONE DEGLI EFA CON IL SISTEMA NERVOSO CENTRALE
Tra le tante funzioni che possiedono gli acidi grassi essenziali OMEGA-3/6, vi è quella di innestare un fattore di trascrizione che innesca l’espressione genica.
Questo avviene perché gli OMEGA-3 legano il rettore del retinoide, il quale va a legarsi in sede nucleare con un altro agente molecolare, il fattore di crescita nervosa (NGF).
Una volta legati, questi mediante l’intervento dell’acido docosaesanoico (DHA), sono in grado di dare luogo all’espressione di tanti geni, tra cui il gene che codifica la tirosina idrossilasi, il primo enzima che trasforma l’aminoacido tirosina in dopamina.
Una oculata integrazione di OMEGA-3, può esaltare il tono dopaminergico, influendo positivamente sullo stato di benessere psicofisico.
Per questo motivo, gli OMEGA-3 possono essere definiti gli acidi grassi polinsaturi del cervello.
Anche l’acido arachidonico (OMEGA-6) è presente nel sistema nervoso, con percentuali che oscillano tra 8 e 10%.
Dall’interazione dell’acido arachidonico con l’acido docosaesanoico derivano i neuromodulatori endocannabinoidi.
Il più conosciuto è l’anandamide, un neuromodulatore prodotto dal fosfolipide precursore N-arachidonil-fosfatidiletanolammina (NarPE), che mima gli effetti dei composti psicoattivi dei cannabinoidi.
Legando i recettori presinaptici CB1 l’anandamide svolge un’azione retrograda, inibendo il rilascio di neurotrasmettitori aggiuntivi.
Tuttavia le concentrazioni di questo neurotrasmettitore nel sistema nervoso, sono 150 volte inferiori rispetto ad un altro neurotrasmettitore, l’Arachidonil-2glicerolo, che oltre allo scheletro a tre atomi di carbonio del glicerolo, richiede anche l’acido arachidonico per formare una molecola che attiva l’Mtor (bersaglio della rapamicina nei mammiferi) attraverso l’interazione con i recettori CB dei cannabinoidi endogeni, generando iperplasia nella componete muscolare cerebrale, l’ippocampo.
Uno dei marcatori della risposta infiammatoria nel cervello è lo stress. Lo stress colpisce quest’area attraverso numerose vie molecolari. Una di queste è la mancata via comunicativa con l’apparato che è stato riconosciuto come il secondo sistema nervoso situato, l’intestino.
INTERAZINE TRA ACIDI GRASSI POLINSATURI E INTESTINO
L’attività molecolare antinfiammatoria OMEGA-3, risulta quindi potenziata dall’assunzione di probiotici.
Molti probiotici, come il lattobacilli, sono infatti ottimi metabolizzatori dei grassi.
Molto spesso negli stati infiammatori, la disregolazione della flora intestinale provoca alterazioni negative nel metabolismo degli acidi grassi.
Per valutare la funzione del metabolismo lipidico intestinale si misura il valore degli acidi grassi polinsaturi nelle membrane degli eritrociti.
In presenza di disbiosi intestinale, la disfunzione dei lattobacilli provoca un abbattimento dei livelli di acido arachidonico, con conseguente abbassamento della sintesi degli endocannabinoidi in sede intracranica.
Questo provoca un quadro depressivo dovuto alla progressiva atrofizzazione del territorio ippocampale, da cui derivano le depressioni da stress del sistema nervoso che conducono a malattie autoimmuni come il mordo di crohn, rettocolite ulcerosa, depressione e sindrome bipolare.
La necessaria fluidità della membrana plasmatica è indispensabile anche per garantire una corretta funzionalità dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene, da cui deriva la sintesi degli ormoni glucorticoidi.
ORMONI GLUCORTICOIDI, ECCESSO E CARENZA
Questi ormoni gestiscono i livelli di stress dell’organismo.
L’ACTH è un ormone prodotto in sede ipotalamica dall’adenoipofisi.
Da esso deriva la secrezione degli altri ormoni glucorticoidi come il cortisolo, che andranno a svolgere la loro funzione in sede periferica.
La gestione dello stress da parte del cortisolo avviene con un sistema di causa/effetto.
L’ACTH stimola il rilascio di cortisolo in sede centrale.
Il cortisolo a sua volta adempie alle sue funzioni a livello periferico, per poi giungere in sede centrale, bloccando il rilascio di ACTH attraverso il legame con un recettore specifico.
In assenza di acidi grassi OMEGA-3 ed OMEGA-6 il cortisolo non riesce a legarsi in maniera efficiente con il recettore, provocando l’interruzione del feedback.
Questo comporta ipercortisolemia cronica e abbattimento dei livelli di insaturazione.
Questi fattori associati a disbiosi, aggravano il quadro di stress complessivo.
Il cortisolo immette e dismette gli acidi grassi in circolo (mobilizzazione dei grassi) ed interviene anche bloccando in sede epatica gli enzimi desaturasi, compromettendo il rapporto tra acidi grassi saturi ed insaturi.
Gli OMEGA-3 esaltano sulla barriera ematoencefalica l’espressione di un trasportatore del cortisolo, che consente all’ormone di entrare e svolgere le sue azioni, mantenendo il fedback di secrezione/inibizione intervenendo sul rilascio di ACTH.
Gli OMEGA-3 possono quindi intervenire positivamente su un fattore che determina situazioni di stress costante nelle persone, l’ipercortisolemia elevata in maniera cronica.
L’ipocortisolemia è una problematica opposta che riguarda il cortisolo, che come detto prima mobilizza gli acidi grassi e possiede un’azione sodio-ritentiva.
I glucorticoidi hanno un loro sito specifico nucleare che agisce sulla sequenza specifica a monte del segmento di codifica del gene della miostatina.
Il gene della miostatina è un fattore inibitorio sulla proliferazione iperplastica delle cellule satellite.
La miostatina possiede un ruolo regolatorio fondamentale per disciplinare il percorso differenziato delle cellule satellite, gestendo l’inclusione o l’esclusione di queste nei vari tessuti.
Le fluttuazioni fisiologiche nei range dei glucocorticoidi sono fondamentali per garantire il susseguirsi di tutti questi fenomeni fisiologici.
In età evolutiva il territorio cerebrale presenta una maggiore permeabilità.
Il cortisolo è fondamentale per la formazione delle sinapsi e per l’esposizione recettoriale ai neurotrasmettitori.
E’ sempre il tenore plasmatico delle sostanze a indicare la loro funzionalità fisiologica o una eventuale tossicità in caso di quantità sovrafisiologiche.
Nei sistemi biologici i gruppi molecolari si staccano dalle strutture di appartenenza e viaggiano fino al raggiungimento del sito recettore specifico.
Questi procedimenti devono sempre essere caratterizzati da uno scambio energetico positivo, rispettando il principio della massima economia, altrimenti l’organismo tende a rallentare i processi o addirittura annullarli, poiché non sarebbe vantaggioso dal punto di vista evoluzionistico.
Gianluca Curtolo è un medico chirurgo, neurobiologo e biologo molecolare e fa parte della società italiana di neuropsicofarmacologia, ma soprattutto è un appassionato di bodybulding, nella forma più viscerale che possa esserci.
Per questo motivo sta mettendo a disposizione dei fruitori più accaniti e affamati di conoscenza del settore, il suo immenso bagaglio di materiale scientifico, dispensandolo con un linguaggio tecnico, ma allo stesso tempo comprensibile e privo di fanatismo, per mezzo di video, dirette e seminari dal vivo.
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