Che si tratti del migliore studente delle scienze motorie o di un collezionista di medaglie che si è forgiato sul campo attraverso anni ed anni di attività, un allenatore/tecnico per essere considerato tale, deve possedere conoscenze comprensive di molteplici materie.
Grazie a questo bagaglio di informazioni assimilate, potrà permettersi di rimediare a qualsiasi problema riguardante l’allenamento dei suoi atleti.
Quando queste conoscenze vengono meno, la maggior parte dei risultati positivi possono essere attribuiti al caso.
Non basta essere i primi del corso all’università, perché molte problematiche con cui si confronteranno gli atleti durante la preparazione per salire su una pedana o su un palco, dipendono dalla capacità di attuare ciò che c’è scritto sui libri, trasformando la teoria in pratica.
Allo stesso modo il tramandarsi di metodi, anche se si tratta dei più validi, risulta limitante poiché alla base della metodologia vi è la comprensione dei fattori che determinano l’efficacia della stessa.
Questa comprensione consentirà al tecnico di poterla adattare al meglio ad ogni atleta.
Analisi dei singoli fattori e della loro connessione:
L’ANATOMIA
Si tratta di conoscere origine/inserzione/innervazione e funzione dei muscoli.
Ovviamente prima bisogna conoscere i muscoli in maniera più semplicistica, quindi il loro nome e la loro posizione se presi singolarmente, ed il loro ruolo all’interno della catena cinetica di cui fanno parte.
LA BIOMECCANICA
Premettendo che questa è una materia assai complicata nel complesso, sì possono estrapolare alcune nozioni per comprendere come agiscono le leve corporee.
Dal momento in cui si conoscono origine/inserzione dei singoli muscoli, attraverso le nozioni di biomeccanica si capirà in maniera superficiale in che modo i muscoli che formano la catena cinetica cooperano.
Conoscere alcuni concetti di biomeccanica consente di sfruttare al meglio l’azione delle catene cinetiche, modulando le posture per ottenere lo schema di reclutamento desiderato durante l’esecuzione dei vari schemi motori.
LA FISIOLOGIA
Bisogna sapere come sono composti i muscoli al loro interno, conoscere i metabolismi e la funzione dei principali organi.
Inoltre è necessario comprendere il ruolo delle varie ghiandole che producono ormoni e sostanze simili, poiché la risposta dell’organismo all’allenamento, dipende dal loro funzionamento.
METODOLOGIA
Alla base della programmazione troviamo al metodologia.
Il susseguirsi dei programmi di allenamento nel tempo, consentono ai loro ideatori di individuare le combinazioni di stimoli più efficaci per raggiungere l’obiettivo.
Attraverso questi avvenimenti hanno origine i metodi, ma metodologia non può e non deve essere confusa con il singolo metodo, poiché la metodologia va oltre.
Sono i metodi che derivano dalla comprensione della metodologia e non viceversa.
C’È ALLENATORE E ALLENATORE…
Un allenatore che sconosce parzialmente o completamente alcune di queste materie, limiterà i risultati potenziali dei suoi atleti in misura proporzionale alle proprie mancanze.
Si possono conoscere tutti i metodi di allenamento possibili, ma all’atto pratico la strutturazione dell’allenamento di un atleta, non è come programmare la scheda tecnica di un robot.
Siamo esseri viventi, non robot!!!
Attraverso lo studio della fisiologia si possono assimilare concetti importantissimi che l’allenatore può mettere al servizio della programmazione.
La programmazione ideale necessita una strutturazione basata sull’ individualizzazione di tutti i fattori fisiologici che riguardano l’atleta.
Anatomia e biomeccanica sono inevitabilmente interconnesse, tuttavia in base alla disciplina, bisogna tenere conto di differenze sostanziali.
Un tecnico di powerlifting o di weightlifting ad esempio, più che dell’attività del singolo muscolo coinvolto in uno schema motorio, dovrà comprendere come fare posizionare al meglio il sollevatore per fargli compiere l’alzata in modo da sfruttare il più possibile le catene cinetiche interessate.
Un allenatore di bodybuilding, invece, dovrà fare in modo che l’atleta possa ricavare la traiettoria ottimale attraverso una postura specifica in modo da massimizzare l’intervento del muscolo interessato durante lo schema motorio.
Un altro aspetto fondamentale riguarda la capacità dell’allenatore di strutturare la programmazione, che dovrebbe iniziare dalla selezione dei sollevamenti adatti alla conformazione fisica dell’individuo, ottimizzando la sua risposta fisiologica ad essi.
Per fare questo occorre conoscere le differenze morfologiche tra gli individui.
Questo aspetto lascia molto margine di scelta quando l’obiettivo è lo sviluppo proporzionato delle masse muscolari.
Il bodybulding in questo caso, rappresenta la disciplina in cui un fattore del genere trova la sua massima espressione in termini di varietà nella selezione.
Discipline basate sulla prestazione ottenuta attraverso sollevamenti specifici, come ad esempio weightlifting e powerlifting, invece, lasciano molto meno margine di scelta, poiché i sollevamenti previsti sono ben definiti e regolamentati.
Ciò non toglie che un bravo allenatore, anche in queste discipline, non costringerà mai l’atleta a doversi adattare all’alzata attraverso forzature anatomico/strutturali, ma farà in modo di adattare l’alzata alla struttura dell’atleta.
Ne conseguirà, come aspetto secondario a quello prestazionale, un migliore adattamento muscolare dell’atleta, poiché rendendo i sollevamenti più confacenti alla propria struttura, stimolerà maggiormente l’ipertrofia dei gruppi muscolari e delle catene cinetiche coinvolte.
CONCLUSIONI
Molti “allenatori certificati” provenienti direttamente da corsi e/o percorsi accademici, tuttavia, non hanno ben chiaro il concetto che ho espresso nel paragrafo precedente.
A causa di questo tendono a standardizzare ogni aspetto delle varie alzate, dall’approccio errato alla metodologia, che non prevede assolutamente la strutturazione di protocolli di lavoro individualizzati, all’imposizione di determinate posture uguali per tutti.
Senza tenere conto degli aspetti individuali che caratterizzano un atleta e lo differenziano dagli altri, ogni programma, anche se strutturato attraverso la migliore metodologia di lavoro, tenderà inevitabilmente a fallire.
Le varie accademie dovrebbero fornire ai corsisti un bagaglio di conoscenze riguardati tutti i punti che ho esplicato nel corso di questo articolo, invece di fungere da allevatori intensivi in batteria di menti ignare…
Di Scilipoti Nino